location_onTorino 20 gennaio 2020
Prevedere scenari futuri non è possibile, quello che però è certo è che il crollo dello scorso 26 dicembre sul Monviso non è di buon auspicio. I tecnici Arpa Piemonte, a seguito di un sopralluogo, hanno constatato il distacco di duecentomila metri cubi di roccia, dalla parete nord-est, ad una quota di tremila metri di altitudine. "Ancora più emblematica è la dimensione dei blocchi che si sono staccati, nell'ordine dei duecento metri cubi: come un'abitazione", a dirlo è Secondo Barbero, dell'Arpa Piemonte, che aggiunge: "Le cause sono da riscontrare sia nella fratturazione della parete, ma anche alla degradazione progressiva del permafrost che ha risentito delle temperature elevate del 2019".





























