location_onCampobello di Mazara, Trapani 25 gennaio 2023
Alle porte di Campobello di Mazara, lontano dalle telecamere che da giorni seguono le operazioni delle forze dell’ordine impegnate a ricostruire i movimenti dell’ex latitante Matteo Messina Denaro, c’è un ex cementificio che da anni ospita una baraccopoli abitata da lavoratori impegnati soprattutto nella raccolta delle olive. Un piccolo insediamento andato a fuoco già due volte, provocando due vittime e rinato a causa della mancanza di un vero piano di accoglienza del grande numero di braccianti che stagionalmente arrivano in questo territorio. Un campo organizzato e gestito esiste, può ospitare circa 400 persone, ma nel pieno della stagione i numeri sono troppo alti per poter garantire un alloggio decoroso a tutti. Ecco allora che l’ex cementificio torna ad animarsi. Leo Narciso, di Libera, stima che nella baraccopoli possano arrivare a vivere anche 1.200 persone. “E’ il fallimento della società civile” dice Narciso. I braccianti vivono in condizioni igieniche precarie, senza servizi e con il costante rischio di nuovi incendi che possono scaturire dai fuochi che vengono accesi per riscaldarsi e cucinare. Una situazione di degrado nota da tempo, terreno fertile per la criminalità. Ora che i riflettori si sono accesi su Campobello, dopo la cattura del boss, questa: “Potrebbe essere l’occasione per voltare pagina”, conclude Leo Narciso.
Insight: La cattura di Matteo Messina Denaro




























