location_onVenezia 13 dicembre 2019
Tra il 29 e il 30 ottobre del 2018 il nord Italia è sferzato dal maltempo, con forti mareggiate che colpirono le coste liguri e la costa di fronte alla laguna di Venezia. Nelle stesse ore, due sismometri dell'Università di Padova vibrarono per tutta la durata della tempesta. Un fatto insolito, mai registrato prima in Europa. A mettere in correlazione i due eventi è stato uno studio svolto da un'équipe dell'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Venezia, che ha dimostrato come l'impatto delle mareggiate sia capace di stimolare vibrazioni sul fondale, in grado di propagarsi anche a decine di chilometri di distanza dalla costa. "Da appassionato e studioso della ricerca, quando ho visto questa cosa ho fatto un salto sulla sedia. Per me è stata una gioia da scoprire. - racconta Luigi Cavalieri del Cnr-Ismar - Questo fatto è noto in California perché hanno grosse mareggiate, la costa è verticale e ovviamente hanno molti sismografi". In Europa, invece, nessuno aveva mai osservato microterremoti generati da onde. Un prima volta, questa, che però non deve allarmare, la vibrazione del terreno è percepibile solo da strumenti di registrazione e in nessun modo può dar vita a terremoti. Inoltre, non siamo di fronte ad una novità assoluta, con tutta probabilità, infatti, questi microterremoti si verificano comunemente anche sulle coste europee, ma nessuno era mai riuscito fino ad ora ad avere una prova certa. "Si tratta di una curiosità scientifica, non riesco ad immaginare nessun effetto pratico", conclude Cavalieri. Lo studio è stato possibile grazie all'incrocio dei dati raccolti dai due sismometri, ma anche da quelli registrati dalla piattaforma oceanografica Acqua Alta, situata 15 Km a largo del Lido di Venezia, dove le onde che si infrangevano sulla duna di sabbia artificiale che ogni anno viene creata per riparare le strutture balneari, venivano riflesse a largo.





























