location_onRoma 3 luglio 2022
Ancora non si conoscono bene quali siano state le cause che hanno provocato il distacco di un'enorme porzione del ghiacciaio della Marmolada. Tuttavia, l'enorme fusione causata dall'innalzamento delle temperature ha chiaramente rivestito un ruolo centrale. Massimo Frezzotti, professore ordinario di Geografia Fisica e Geomorfologia presso il Dipartimento di Scienze dell'Università Roma Tre, spiega così quanto accaduto sulla Signora delle Dolomiti. Nel mese di giugno, le temperature sopra i 3000 metri sono state sempre superiori allo zero. "La dinamica del ghiacciaio è aumentata per lo scorrimento dell’acqua e probabilmente per l'immagazzinamento di acqua a monte del fronte crollato", precisa l'esperto. I ghiacciai sono in movimento. La siccità, che ha portato poca neve sulle cime, e le alte temperature hanno aumentato il rischio di crolli su tutte le Alpi. Purtroppo non ci sono metodi per mettere in sicurezza i ghiacciai. Quando le temperature superano lo zero, gli escursionisti devono stare attenti. Guardando al futuro, la situazione non appare rassicurante. I ghiacciai andranno sempre più a ritirarsi, compresa la Marmolada, che dovrebbe scomparire nell’arco di 20-30 anni. Le zone di alta montagna, in particolare le pareti e i ghiacciai, diventeranno sempre più instabili. Intervista: Massimo Frezzotti, professore ordinario di Geografia Fisica e Geomorfologia presso il Dipartimento di Scienze dell'Università Roma Tre
Insight: Marmolada, crolla porzione di ghiacciaio




























